Ultimamente, più che mai, mi rendo conto, e mi spavento, della velocità e superficialità dei miei pensieri.
Siamo abituati a essere costantemente bombardati da impulsi diversi, tanto da esserci dimenticati cosa vuol dire provare un’emozione che ti rigira la pancia. Provo spesso nostalgia per anni mai vissuti, quelli dei miei nonni e dei miei genitori. Il fatto che loro sappiano cosa si prova a uscire di casa senza essere reperibili, per me, è assurdo.
Che libertà.
Mi rendo conto dei benefici della tecnologia, sì sì, però penso a quanto loro abbiano avuto la possibilità di godersi la vita con gli occhi. La vita lenta, fatta di ore e non di secondi. Fatta di chiacchiere a voce e non di reel. La cosa più veloce di quei tempi erano i dieci canali da cambiare in TV. Per non parlare del cinema! O dei vinili! Dovevi fare la fila per comprare cose che noi oggi ordiniamo con un click… e che ormai diamo per scontate.
A volte mi spaventa il mondo di oggi. Mi sento come annientata dal telefono. Mi rendo conto di usarlo tanto, ma anche di quanto sia indispensabile per il mio lavoro. Ha dei lati positivi, certo: io amo connettermi con le persone, far sorridere, stare bene e condividere qualcosa.
Però a volte mi sento così scollegata dalla società. Penso sicuramente troppo… forse dovrei imparare a godermi la vita e basta. Ma non riesco a farne a meno. Quando sono in giro, osservo la gente, e stanno quasi tutti con gli occhi su uno schermo.
Però dai, non può essere solo negativo questo spunto di riflessione. È più un cercare un equilibrio tra il vivere la realtà e il trovare il nostro spazio giusto nel mondo virtuale. Ripeto, a me piace: conosco voi, ho la possibilità di mandare avanti il brand e farmi conoscere. Però, al tempo stesso, vengo risucchiata anche io, spesso, nel confronto con le altre persone… come si vestono, come si fanno i capelli, cosa fanno. È automatico: un processo di autoflagellazione. E mi dà pure fastidio quando, a volte, sembro più figa di quello che sono nella realtà. È anche per questo che sono così attaccata alla mia autenticità. Voglio essere un esempio di normalità per la bimba delle medie che mi segue. Il mondo virtuale fa paura, è pieno di roba patinata, inarrivabile nella realtà. Io voglio essere il più me possibile. Con voi, e con me stessa soprattutto.
È anche per questo che il brand, in questo periodo, va un po’ a rilento. Mi sento un po’ spenta, lenta, quasi sovraccarica del mondo intorno.Ho tanto da dire, ma sto ancora capendo come tirarlo fuori. Il drop è in lavorazione, e finalmente domani prenderò in mano i pennelli.
Voi vi sentite mai lenti? Un po’ sopraffatti, in questo periodo? Vi chiedete mai se gli altri fingano di sapere cosa stanno facendo, quando in realtà nessuno sotto sotto lo sa davvero? Forse ci poniamo aspettative e obiettivi sempre più alti, vivendo nell’insoddisfazione. Le ambizioni sono sacrosante, nutrono la vita di chi ha voglia di fare, lo so. Ma avere la vita di tutti a portata di mano è un’arma a doppio taglio.
Forse la verità è che non serve rincorrere tutto. Forse, a volte, la cosa più rivoluzionaria che possiamo fare
è raaaaallentaaaaaaaaaare,
e, soprattutto, tornare a sentire.
jacqueline
76 risposte
Mi sento “lenta” perché la mia bambina cresce in fretta, è una bambina felice, ride sempre e io sono ancora ferma a quando, 6 mesi fa mi è caduta dal divano e si è fatta due giorni di ospedale tra anestesia e tac per scoprire che aveva una micro frattura al cranio. Non riesco ad andare avanti mi sento estremamente in colpa. Ma appena ride la ascolto Jacq, come dici tu “ascoltare” e per un attimo tutto svanisce❤️
sei una ragazza, una mamma e una donna che con la luce e forza che trasmette potrà arrivare tanto in alto. jac io sono tanto fiera di te e di quello che piano piano stai creando, non smettere mai di sognare!!
la positività che trasmetti ogni volta é talmente forte che mi viene voglia di venire da te e abbracciarti forte, perché sei un esempio come mamma e come donna 💚
A volte mi sento scollegata da tutto,il tel per me è il male assoluto, ma non posso farne a meno. Soprattutto quando so che mio figlio è a scuola e potrebbe chiamarmi in qualsiasi momento. Lavoro nella stessa scuola,quindi dovrei essere più tranquilla. Vorrei fare tante cose, so che ho un mondo dentro, vorrei che farlo vedere a volte. Ma poi mi rendo conto di esserne gelosa. Ci sono giorni che non sento nulla, perché sento tutto troppo,la mia soluzione è sempre isolarmi non vorrei questa ipersensibilità, essere se stessi é una cosa difficilissima. Ti abbraccio
Io purtroppo mi ritrovo spesso ad avere paura, mi sento come soffocare, schiacciare dal tempo,lo sento sul fiato sul collo che mi ricorda ogni mattina di prendere una decisione, di prendere un posto nel mondo di realizzarmi in qualcosa;leggo negli occhi delle persone che mi guardano un senso di pena, tutto questo perché ho deciso qualche anno fa di licenziarmi dopo 15 anni da un lavoro che non mi faceva più stare bene e non mi permetteva di vivere la mia famiglia, crescere mio figlio!
Mi sono presa del tempo per capire, perché questo stare male mi ha portato ad aumentare ansia e paure, pensieri intrusivi, angosce.
Oggi, dopo una leggera cura sento stare meglio e sono pronta a realizzarmi, ho 43 anni e in questo periodo sabati o, ho cresciuto mio figlio figlio, l ho reso sereno e mi sono conosciuta meglio, per me è già una vittoria
Ti capisco, ti sento, ti abbraccio!
ciao Jacqu quello che scrivi è sempre così vero e personale un po’ come una biografia per tutti💛.. sai è dal anno scorso che ho preso “spunto” da te nel voler anch’io scrivere tutto ciò che mi passa per la testa in un quadernetto e racchiudere la fase fine adolescenza e scrivere i miei vent’ anni di vita.. in questo mese non so cosa scriverci ma non è questo il problema, si anch’io vedo sento tutto tanto e sento di essere in una fase dove non so cosa voglio non so come riempire i miei spazi vuoti che mi sento “persa” le giornate in inverno cambiano non sono come in estate più scorrevoli.. questo mese è un mese di “messa in pausa” poiché io vado a fare tirocinio in un asilo nido dal anno scorso.. riprenderò a novembre, e sai è la mia ancora il mio punto che dico c ho tutto quello di cui ho bisogno… senza giuro mi sento senza far nulla anche se ho hobbye fome fotografia pittura e pianoforte.. ma io cerco sempre costantemente qualcosa che mi riempia e quando mi sento dire cosa fai? e non fai nulla?? pesa anche se so che cerco di non appesantirmi.. vedi mi rivedo tanto in quello che scrivi💛💛
Mi sento capita e meno sola. Anch’io in questo momento mi sento persa e bloccata. Dopo l’estate, l’inverno mi mette un po’ d’ansia, non so come riempire le giornate anche se ho da preparare la tesi di laurea. Mi sembra spesso di perdere tempo e di non fare abbastanza
L’autenticità è ciò che può salvarci. Essere se stessi e fare la cosa che ci fa stare meglio, sono la miglior forma di libertà. Lo schermo, si, ci raccontiamo a volte su quello, ma.. Ognuno di noi sà, se è realmente felice infondo. Io mi sento libera, di amare, di fare, di esprimere sentimenti e di vivere come voglio. Sono felice di vivere e felice della mia vita!
Tante energie positive per te ❤️ da Melissa (io) e Manila (7mesi) , la futura migliore amichetta di Enea (nella realtà? Virtualmente? Chissà la vita). Un abbraccio 🤗
Hai espresso perfettamente quello che sento anch’io. Mi fa bene leggere parole così vere, piene di consapevolezza. Non siamo soli in questo pensiero ❤️
Comunque, anche se non ci conosciamo, ti auguro solo il meglio, Jacqueline! Sono fiera di quello che sei e di ciò che stai diventando ogni giorno. Guarda fin dove sei arrivata!! Devi essere fiera di te ♥️ Non smettere mai di credere in te stessa 🥹
Ti mando un abbraccio grande 💫
Jacq tutto quello che stai facendo per noi è stupendo. Siamo parte di qualcosa, non ci conosciamo personalmente ma è come se ci capissimo e ci conoscessimo nei nostri cuori. Delle connessioni♥️ Grazie, sei una persona speciale!
Si, mi ritrovo nelle tue parole.
Ma ultimamente mi sento di stare in modalità “off”, a volte penso sia un bene, altre un male, non lo so.
Anche io penso tanto, forse troppo.
Mi perdo nelle parole e nei silenzi ( che in realtà non sono tanto silenziosi) perché i pensieri rimbombano così forte.
Io non so cosa fare, non so se debba realmente fare qualcosa.
Sembra che tutti sappiano già cosa devono dire e fare.
E mi spaventa, perché io non so nemmeno cosa mangiare sta sera🥹.
Vorrei mangiare bene, ma anche non pensare a cosa devo mangiare, arrivare alle 20:00 e pensare “ho voglia di”..
Un po’ per dire che, vorrei sapere cosa fare della mia vita, senza pensare a tutto quello che in realtà devo affrontare.
E arrivare dove voglio, non perché deve essere facile, nulla lo è.
Si delle volte sono anche contenta, dei piccoli, piccolissimi traguardi.
Ma perché se guardo gli altri, sembra tutto così facile?.. ovviamente per loro.
Ma non perché loro sono sbagliati, sono stati aiutati o altro.
Ma perché non mostrare “la scalata”, perché mostrare solo il “bello”.
A volte vorrei che qualcuno mi dicesse, ti capisco, ma che mi capisse realmente.
Che mi ascoltasse, non che mi sentisse solo.
È così brutto dire che vorrei una mano?
Perché è così difficile per me chiederla ?
Ecco i mille pensieri che escono fuori.
E se riuscissi a fare tutto da sola? Sarei più contenta?
O mi sentirei solo, più sola.
Cara Jacqueline hai detto bene…siamo catapultate in questo schermo…io sono mamma ho 47 anni e ho vissuto il prima e il dopo….so che significa vivere e crescere senza internet e forse ti dico che era meglio prima….ora siamo tutti vicinissimi, basta un click eppure siamo tutti così distanti 🥲… bisognerebbe resettare tutto e vivere come dici tu con più calma …lo dico sempre ai miei figli, sono fortunati perché vivono in un mondo più all’avanguardia ma pagherei x far vivere a loro anche 1 solo gg del mio “passato “
In questo momento mi sento tanto soffocata da tutto ciò che ho intorno. Faccio l’università che mi piace eppure mi sento costantemente sopraffatta, amo quello che studio ma sento che vorrei una vita completamente diversa insieme al mio ragazzo. Ho 22 anni ma non mi rivedo con i miei coetanei, mi sento sempre fuori posto e spaesata. Vorrei solamente rallentare e capire cosa voglio fare davvero nella mia vita ma sembriamo tutti costretti a seguire ritmi velocissimi
Leggere le prime righe mi ha fatto tornare in mente un breve testo che ho scritto la settimana scorsa. Ultimamente sono costretto a viaggiare spesso in treno e devo dire che è un’esperienza di (a)socialità incredibile. Se esistono ancora sociologi seri, dovrebbero studiare proprio la società sui mezzi di trasporto. Lascio a te Jacqueline, e a chi altro avrà voglia di leggermi, quanto anticipavo di aver scritto. Buona lettura, e grazie per avermi donato questo spazietto.
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Come è accaduto?
Come è accaduto che mi sia disinteressato del posto finestrino?
A un certo punto ho preferito il lato corridoio, più spazioso per le gambe. Fa niente se è più grigio, a colorarlo ci penserà il mio smartphone.
A un certo punto ho smesso di cercare l’evasione dalla gabbia, e la libertà nei colori di un panorama: ho aggiunto al grigiume del soffitto e del pavimento i colori stroboscopici dello smartphone.
Oggi avevo fatto la stessa cosa, ma il tramonto mi ha incuriosito, mi sono riavvicinato al finestrino e sono rimasto a bocca aperta come se lo stessi vedendo per la prima volta.
Le nuvole, i campi, i canali, il sole… rimarranno sempre meravigliosi, e resteranno sempre lì a farsi ammirare anche quando noi saremo troppo distratti per notarli.
Grazie per aver condiviso quello che hai scritto. Mi sono trasferita da poco e ho iniziato a viaggiare molto in treno; quello che hai notato tu è sotto i miei occhi tutti i giorni e non posso che essere d’accordo con te sul nuovo rapporto fra società e mezzi di trasporto. Ti confido che stamattina non ho trovato un posto lato corridoio libero e, persino con un po’ di fastidio, mi sono seduta accanto al finestrino dopo mesi e mesi che non accadeva. Ed è successa la magia. Ho lasciato perdere tik tok e mi sono guardata attorno, ho guardato fuori e mi sono lasciata stupire da ciò che vedevo. Ti ringrazio perché leggendo il tuo commento mi hai spinta a riflettere su questa cosa che mi è successa e su cui non mi ero soffermata dandogli poca importanza, quando forse, in realtà, ne ha parecchia.
Sono nata nel 1982, ho avuto la fortuna di vedere il mondo prima che evolvesse con l’avvento della tecnologia. Ricordo che quando andavo dalla mia nonna paterna (che purtroppo non c’è più ç.ç) aveva ancora la tv senza telecomando, per cambiare canale dovevi alzarti in piedi, c’erano solo 9 tasti, il suo telefono aveva la rotellina girevole, quando componevi il numero, se sbagliavi ti toccava rimettere giù la cornetta, rialzarla e cominciare da capo
Il mio primo cellulare aveva ancora l’antennina e lo schermo era strettissimo, per leggere un sms ci mettevo 5 minuti e quando arrivavo alla fine non mi ricordavo più cosa aveva scritto all’inizio chi me lo aveva mandato 🤣
Per giocare con me e mia sorella i nostri amici venivano a suonare il campanello oppure chiamavano al telefono di casa (quello col filo, perché anche i cordless ancora non erano arrivati) quando era ora di rientrare si sentivano i genitori sul balcone gridare ALEEEESSIA YVOOOOONE A CASA!!!
C’erano i vinili ma erano già arrivate le musicassette, ho vissuto l’avvento del cd con i lettori portatili grandi e scomodi, non entravano nemmeno nelle tasche talmente erano enormi 😆 le cuffie avevano il filo e ogni tanto si staccavano dal lettore e quello volava per terra, se eri fortunato non si apriva, se avevi sfortuna vedevi il cd volare per terra e ti saliva l’ansia che si potesse essere graffiato e fosse diventato inutilizzabile
Il mondo era lento ma di una lentezza meravigliosa, mi piacerebbe a volte, poter tornare indietro per poter rivivere, anche solo per una giornata tutto questo ❤️
La tecnologia fa tanto, ha i suoi lati positivi ma anche i suoi lati negativi, però penso che ormai senza nessuno sarebbe più in grado di fare quasi nulla, per riadattarsi al mondo come era prima sarebbe un impresa titanica
Alessia, mi hai sbloccato un ricordo…anch’io come te nata nel 1981 ho vissuto tutte queste cose…😪
Erano bei tempi, parlarne mi fa tornare alla memoria tantissimi ricordi meravigliosi e speciali che custodisco gelosamente nel cuore e a cui faccio appello quando mi capita di sentirmi sopraffatta dal tempo che ora corre, corre e corre a volte veramente troppo velocemente e quei ricordi sono una delle ancore di salvezza ❤️
sei unica jaque hai spiegato l’inspiegabile❤️🩹 prenditi tutto il tempo del mondo lo meriti, meriti di vivere ogni secondo e godertelo come se fosse l’ultimo. I social sono importanti ma ci rubano troppo tempo prezioso. ridi e vivi! il tempo vola e quel patatone di enea ha già quasi un’anno! incredibile come sia passato in fretta il tempo. tutto questo per dire che condivido pienamente il tuo pensiero e credo che inizierò anch’io a seguire il tuo consiglio perché la vita è preziosa e sarebbe sprecato passarla davanti a uno schermo❤️🩹
Ciao Jacqu, capisco molto bene quello che provi, questa sensazione di rallentamento la noto anch’io in tanti momenti e i social fanno senz’altro la loro parte perché tendiamo a confrontare noi stessi a coloro che seguiamo o ci vengono proposti.
Ho 25 anni proprio come te e penso che sia anche una sensazione comune a tanti nostri coetanei, ma come hai detto i social hanno anche tanti aspetti positivi e dobbiamo concentrarci su questi.
È molto bello leggerti, complimenti per tutto 🩵
viviamo in un mondo che sembra costringerci a correre, in qualsiasi ambito. Rallentare, staccare dai soliti meccanismi…lo vedo su di me, su mia figlia adolescente, sui miei amici.. e hai proprio ragione, dovremmo tutti rallentare, respirare, camminare senza una meta precisa per imparare a conoscere di più il mondo intorno. e quello dentro di noi
onestamente… hai scritto qualcosa che tocca davvero nel profondo. è come se avessi messo nero su bianco quel senso di saturazione emotiva che tanti provano ma non riescono a spiegare.
hai ragione, siamo costantemente immersi in un flusso di immagini, notifiche e paragoni che ci fanno perdere il contatto con quello che è reale, con le emozioni vere. il paradosso è che oggi possiamo fare tutto, ma sembra che non riusciamo più a sentire niente fino in fondo.
mi è piaciuto il modo in cui parli di “vita lenta”, perché è quello che manca davvero, avere tempo per annoiarsi, per pensare, per osservare senza la necessità di condividere. Oggi sembra quasi un lusso.
e il fatto che tu voglia rimanere autentica, nonostante tutto il mondo online ti spinga a mostrarti “perfetta”, è una delle cose più forti che si possano dire. sì, capita anche a me di sentirmi lenta, spenta, come dici tu. è quel momento in cui ti rendi conto che stai correndo senza sapere bene verso cosa. e forse, davvero, rallentare è l’unico modo per tornare a vivere con gli occhi e con la pancia, come facevano i nostri nonni.
hai ragione, la cosa più rivoluzionaria, oggi, è fermarsi.
voglio vivere la vita di più
Ciao Jacqueline,
A volte mi sento proprio come dici tu, come se il mondo andasse troppo veloce e io restassi ferma a guardarlo passare, incapace di trovare quel ritmo più lento.
Ci sono momenti in cui chiudo gli occhi e mi immagino su un cavallo, a correre senza alcuna meta. È l’immagine che mi viene quando penso alla libertà quella di vivermi le cose con più lentezza, non quella di poter fare tutto, ma di potermi fermare quando voglio.
A volte è importante rallentare, lasciare che le cose accadano senza forzarle. Non dobbiamo sempre essere “qualcosa”, a volte basta semplicemente esserci. Forse il segreto sta proprio nel fermarsi, nel tornare a sentire, nel ricordarsi che la libertà non è correre più forte degli altri, ma scegliere dove andare.
– Mariapia
E quanto hai ragione. Il problema di questo mondo che corre (come direbbe Haig, tra l’altro, hai mai letto il suo “vita su un pianeta nervoso”? E’ un saggio che riflette perfettamente questo bellissimo post, e consiglio a tutti di leggerlo), lo sento in pieno e troppo forte, così come condivido l’idea della pericolosità dei socia, ormai metro di misura per valitare la propria vita inevitabilmente in paragone con le vite altrui. Per un periodo questa cosa mi ha creato tanti problemi. Non è bello vedere le vite (apparentemente) perfette degli altri e sentirsi fermi sotto l’albero di fichi di Plath a non capire quale scegliere, per quale verso prendere la propria di vita. E non era piacevole, era svilente, aumentava i mostri nella testa. Sai come ho risolto? Non cancellando tutto. Per quanto non contesti questa soluzione per alcuni. Più che altro ho fatto mia la teoria per cui, come dici anche tu, ogni cosa ha le sue luci e le sue ombre. Ho scelro di focalizzarmi sulla parte luminosa. Fatto pulizia di account seguiti, ho lasciato solo chi mi da qualcosa, chi mi insegna ad essere migliore, mi fa sorridere e magari mi illumina la giornata con una story, o mi apre il cervello, e ho iniziato ad usare i social in modo non tossico, proprio come te. Per non essere l’ombra di altri, li uso per il mio lavoro (ceramiche e fotografia) e per diffondere news facendomi cassa di risonanza con tutti quelli che sperano in un mondo migliore. Non c’è altro verso secondo me. Tu sei una di quelle persone che continuo a seguire, proprio per quella autenticità che è un fiore all’occhiello perchè riflette la nostro essere umani che non ci renderà mai perfetti, non siamo nati per esserlo. E poi chi ha scelto i parametri di cosa è perfezione? Oddio potremmo scriverne un saggio qui, adesso. Ma non è il luogo è il tempo, èp invece l’occasione perfetta per ringraziarti per la creatura immensa che sei, e per dirti che andando lente arriveremo magari in ritardo, ma almeno ci godiamo il paesaggio. Continua ad illuminare, e a splendere (anche se dubito tu sappia esistere diversamente).
Ciao! Ho imparato a rallentare ,concentrandomi sulla mia respirazione,seduta sul divano in silenzio,il cellulare lontano , o seduta su una panchina al parco circondata di alberi dalle foglie gialle, verdi , marroni e rosse .Ritornare a me ,a quello che mi dà serenità,a fare quelli che mi aumenta l’allegria e che non necessariamente lo condivido con post e stories. Molte persone dicono che per ottenere di più bisogna fare di più…ma fare di più spesso crea semplicemente più stress …per ottenere di più si può provare a rallentare,fermarsi …e la creatività inizia ad emergere, a fare sentire la sua voce squillante .🍀 Roberta Ronchetti
Ho avuto la fortuna di non riuscire mai a paragonarmi agli altri e alle altre, il mio unico metro di paragone sono sempre stata io. La me ideale. È una guerra ma penso sia meno sfiancante di quella di chi purtroppo cade nel trappolone gigante che questa società tende, continuamente, soprattutto a noi ragazze. Non starò qui a dirti quanto sei bella (lo sei), quanto sei intelligente (lo sei), e quanto riesci a farti volere bene pure da una sconosciuta (io), perchè non so se ti serve, perchè hai scritto qualcosa che va oltre. Questa società mi divora ogni giorno, in realtà mi divorano tutti costantemente, esisto nel tentativo continuo di provare a far contenti gli altri che a volte a fine serata, pensando a cosa ho fatto durante il giorno, mi rendo conto che tutto quello che ho fatto per me è una camomilla con melatonina alle 3 del mattino quando tutta la città dorme e le repliche di outer banks (nasci volendo essere jj e poi la vita ti trasforma in Sarah Cameron, maledizione). Quindi sì, ti capisco. E per una persona così esposta come te deve essere mille volte peggio. Ma ti dirò una cosa, una cosa bellissima che troverai nella canzone costruire di Nicolò Fabi: c’è tutto il resto. Ci sono i tuoi sorrisi giganti, i pianti, le pappette sporche in giro, i cani che rosicchiano le scarpe e ti fanno sentire che esiste il momento presente, i fiori che sbocciano nel cemento, la canzone giusta che passa in radio quando accenti la macchina, il numero magico che ti sorprende mentre cammini, le amiche che chiamano al momento giusto, il profumo di una sorella, il sorriso di una sorella, la vita intera di una sorella: le sorelle in generale che esistono e a volte basta questo per sentirci vive. Il difetto della persona di cui siamo innamorate, quel difetto, uno soltanto tra tanti altri che ci fa ridere, la pizza, il gelato, la crema catalana, e il fatto che il makeup puzza. È un dato di fatto, una legge non scritta, è impossibile non sentire che puzza, e che ti copre la pelle, e okay magari a volte la copre BENISSIMO e ci sentiamo strafighe ma quando a fine serata ti senti unta, e sporca, e ti strucchi c’è un momento esatto in cui guardandoti senza trucco allo specchio pensi “eccoti qui” e quindi, ne vale la pena compiacere le persone, gli standard della società, e tutto il resto? sì perchè vogliamo sopravvivere, ma ne vale REALMENTE la pena? non ci prendiamo in giro, la risposta, una sola, grossa come un gigante è: NO. scegli te, e non per sopravvivere, per evitare il dolore, ma provare a costruirti un po’ di pace, proprio te. Perchè arriverà un momento in cui guardandoci indietro penseremo a quanto abbiamo fatto male a dare da mangiare agli altri e a lasciare sempre noi stesse a pancia vuota. Comunque sei una stella bellissima, profumatissima, stupenda e i tuoi contenuti mi fanno stare sempre bene (ma non sentirti obbligata, è solo una noticina a fine commento incasinato e pieno di traumi)
proprio ieri pensavo al fatto di prendermi una pausa dai social. Per quanto io sappia perfettamente che le vite a cui penso di assistere tramite una storia ig in realtà sono solo scorci, a loro volta di momenti, di una vita, magari anche un po’ modificati, a volte mi viene meno istantaneo ricordarmelo e vengo risucchiata dal confronto. Ultimamente sempre di più. E mi sento lenta, indietro, per niente produttiva rispetto alle giornate che vengono mostrate dagli altri. Mi sento in colpa perché penso sempre di fare meno di loro e di star sprecando minuti quando mi fermo anche solo per pensare (nonostante io per farlo non abbia bisogno di fermarmi perché da sempre penso tantissimo, costantemente, e questa è un’arma a doppio taglio). Dovrei tornare ad apprezzare il riposo e la vita lenta, imparare a fermarmi e concentrarmi sul giorno che vivo(soprattutto perdonarmi se non riesco ancora a farlo e ricordarmi che ogni giorno ho una nuova possibilità)🌞🤍
Hey J.!
Quello che trovo davvero autentico in questo post è quando parli di insoddisfazione. Credo che lì ci sia il punto più vero.
Siamo così centrati sugli altri, sul confronto continuo, che finiamo per perdere di vista noi stessi. E questa distanza da noi diventa proprio insoddisfazione. Non è tanto la tecnologia, quella è solo un mezzo che la amplifica.
Ho notato che spesso parli e sottolinei molto la tua autenticità, come se in realtà fossi alla ricerca di approvazione, e lo capisco, perché alla fine il consenso degli altri ci fa piacere. Tutti, in qualche modo, lo cerchiamo, anche senza volerlo ammettere.
Io sono Capricorno ascendente Pesci: la tua sensibilità emotiva la sento molto, ma la parte più razionale del Capricorno mi riporta sempre all’essenziale, accettare che ci piace piacere. Forse la vera autenticità nasce proprio da lì, dal metabolizzare i nostri limiti.
Baci baci 💫
S.
Ciao Jaqueline, sento ciò che senti tu… comprendo che tu sei una persona “conosciuta” nel mondo dei social, cosa che io non sono, per il lavoro che faccio (sartoria su misura) le persone intorno a me mi consigliano sempre di utilizzare i social, ma io sento che non è la strada giusta per me per pubblicizzarmi e nei momenti di lucidità di sguardo vedo che se lascio scorrere la Magia della Vita e mi affido a lei si creano delle sincronicità bellissime, mi arrivano clienti conosco persone nuove e da cosa nasce cosa ed io sto lì a guardare la Meraviglia della Vita che scorre e mi godo lo spettacolo.
Quando sto sui social troppo tempo mi sento alienata , fuori dal mondo la mia mente è caotica, i sogni sono meno lucidi e io sembro uno zombie guidato da pensieri non miei e tutta la Magia della vita svanisce…per questo mi sono data dei limiti per i social: max 1 ora al giorno, mai 2 ore prima di andare a letto e 1 ora dopo la sveglia mattutina, 1 giorno a settimana senza social…
Mi sento meglio la vita è così bella in tutte le sue sfumature e tutte le emozioni sono come delle porte, che se vissute senza sfuggire da nessuna parte, ti aprono alla conoscenza profonda del tuo essere ….
Viva la vita e tutte le sue sfumature
Viva la vita vista attraverso lo Sguardo
Viva l’Intelligenza Divina della vita✨
Che bello farsi stupire ogni giorno da essa…
Ti mando un abbraccio ciao Jaqueline🤍
Ciao Jac!! Prima di tutto chiedo scusa x il mio italiano!! (Sonó ítalo spagnola). Mi chiamo Giulia e faccio la prima superiore. Non ti e mai capitato di non sentirti di questa societa? Non so come spiegarlo… pero vedo sempre le bambine che fanno balletti (avvolte un po’ stupidì) o anche che si registrano mentre danno finta di seguire la canzone. A me non mi piace per niente. Il problema e che questo mi fa semtire un po’ da sola… la mia testa non si ferma mai. Ultimamente penso tanto al mio futuro. Voglio rendere fiera me stessa. A scuola non vado benissimo. Studio tanto pero non vado molto bene. Ho tanta difficoltà. Sei una persona molto carina e vivace. Spero che qualche volta tu possa leggere il mio commento. Grazie di tutto!!!💓💓💓💓
Ho letto tutto d un fiato.. hai ragione spalla stra grande.. io ho sempre giocato a basket ora lavoro e porto avanti la mia pssione.. allenamenti piccoli cestisti e due squadre giovanili dove il cel è lo scherzo sono ormai parte integrante della loro vita.. ed allora in qualche modo si cerca di far capire loro che esiste anche un mondo dove se per un po’ di tempo lo schermo nn si vede le emozioni si possono provare lo stesso. Cosa dai per qualcosa firmato da te … il tuo brand è super e secondo me potrebbe dire la sua anche in ambito sportivo.. io ci spero e chissà magari se ti viene in mente qualcosa scrivimi che organizziamo.. io ora sono a Verona ma sono nata a montesacro Roma 🫶
Parole che avrei proprio voluto sentire in questo momento! Non sarei riuscita ad esprimermi meglio di così! Grazie❤️
Da mamma di una bimba delle medie che ti segue…. grazie!
Io odio profondamente la mia semplicità e il mio NON essere alla moda, odio non essere sempre perfetta come le altre. Molte volte mi sento una pezza vivente, perché sento e vedo la vita con gli occhi colmi di profondità e mi sento un pesce fuor d’acqua in questa società superficiale! Fortuna che ci sei tu Jacq, che con la tua semplicità, emani una bellezza disarmante interiore ed esteriore, ti stimo tanto e grazie a te mi sento meno sola. Grazie anima bella 🌹
La paura più grande è di vedere e capire che sto perdendo tempo a guardare tik tok, Instagram o a preoccuparmi di come mi vedono gli altri.
Anch’io penso troppo, un mio grande difetto è che non penso mai al presente sono al futuro lontano, a paure che hanno tempo di svilupparsi, alla paura che non riesca ad essere felice e a realizzare quello che, anche se non lo so in questo momento, diventi la mia passione, la mia gioia, a rendermi orgogliosa di me stessa.
Avrei tanto bisogno di rallentare ma non so come si fa.
Rallentare vivendo sola con due figlie adolescenti è impossibile!Troppe cose da fare e tante cose a cui stare attenta. Prima fra tutte il loro benessere psicofisico (sport e chiacchiere sono i miei strumenti per loro). E poi sinceramente, perché rallentare?Sono sempre stata una bambina, una adolescente,una ragazza e ora una donna che ha sempre vissuto “di corsa”, i seguendo i miei mille.progetti e obiettivi. A volte ho fallito, altre ho raggiunto ciò che mi ero prefissata..oggi come allora ho sempre sorriso alla vita, alle sfide, ai cambiamenti..e alle impetuose corse personali!Quindi, diciamo che sono una felice maratoneta della vita!Grazie per questo spazio Jac. Un abbraccio, Virginia
credo che spesso ci soffermiamo troppo sugli altri e su quello che fanno concentrandoci solo su ciò che sanno fare meglio di noi e così facendo iniziamo a correre per provare a raggiungerli per essere come loro. Secondo me dovremmo imparare a guardare di più noi stessi valorizzando i nostri punti di forza, riconoscendo quelli deboli e cercando di migliorare dove siamo meno bravi senza però screditarci ma dando il tempo a noi stessi di migliorare con calma senza volere tutto subito e ogni tanto bisogna accettare che non si riesce a fare qualcosa al meglio.
Rallentare?!?!? La mia più grande ambizione 🤗
Ti seguo da tempo e ritengo che sei una ragazza che in questo mondo come lo hai descritto tu è , sono pienamente d’accordo, sei speciale rivedo in te le mie figlie cresciute con tanto amore e con i piedi per terra mi complimento con te per essere la donna che sei la classica ragazza della porta accanto che sa far sorridere con poco . Ti stimo molto
Ciao Jacqueline piace Arianna io ti voglio semplicemente ringraziare perché sei una delle pochissime persone che nonostante la popolarità non ha mai smesso di essere se stessa, e si percepisce la tua unicità ed é bellissimo sapere che c’é ancora gente così sui social, molte volte mi hai fatto sentire meno sola … comunque io proprio in questo momento della mia vita sto provando le tue stesse sensazioni, i social mi fanno paura e mi mettono tanta ansia mi sto sforzando giorno dopo giorno ad usarli sempre meno anche se poi mi sento un pesce fuor d acqua perché senza oggi ci si sente quasi strani…quando forse é proprio lasciando il telefono che ci potremmo sentire più vivi si perché questa é la cosa che mi fa più paura non sentire più niente, essere diventata un pó apatica 🥺
io ci sto provando ♥️
Sai, quello che hai scritto mi arriva tantissimo.
Anch’io mi rendo conto che, in mezzo a tutto questo rumore, faccio fatica a sentirmi davvero. A capire cosa provo, cosa voglio, chi sono davvero senza filtri, senza paragoni, senza l’influenza di quello che vedo ogni giorno sullo schermo.
Credo che sia anche colpa di tutta questa “falsità” dei social, di quella patina di perfezione che ci distrae da noi stessi. Ci convince che dovremmo essere sempre in un certo modo, sempre “qualcuno”, invece di semplicemente esserci.
E nel frattempo smettiamo di ascoltarci, di emozionarci, di vivere nel presente.
Da quando è nato mio figlio quattro mesi fa, complice la mancanza di tempo, mi sono allontanata da questo mondo ed è come se tutto si fosse messo finalmente a fuoco. Non mi interessa più apparire o dimostrare qualcosa, non mi interessa sembrare “a posto” agli occhi degli altri. Mi interessa esserci con lui, per lui, nella vita vera.
E cosi da quando provo a vivere con meno filtri, e a guardare meno quello che fanno gli altri, riesco un po’ di più a sentire me stessa. Anche se non sempre ci riesco, anche se a volte mi perdo.
Ma è una perdita bella, perché ha il profumo di realtà. ✨
Ciao Jacq,noi non ci conosciamo ma sento di poter parlare come fossimo amiche da sempre perché mi trasmetti serenità. Io mi sento fin troppo veloce in questa vita,non c’è mai tempo per godersi le cose belle,a volte sembra quasi che non esistano. Non so come spiegare quello che vorrei dire quindi lo farò nel modo più semplice che mi viene in mente. Io abito con il mio ragazzo, questo significa che ho una casa e dei bellissimi gattini a cui pensare ma oramai si vive di fretta e a volte non riesco a fare tutto ciò che dovrei. Quando ho la giornata libera mi riprometto di pensare alla casa e a tutto il resto, ma anche di rilassarmi un pò, però a volte riesco solo a non fare niente, rimando,prima un’ora, poi un’altra e la giornata finisce,mi sento in colpa per non aver fatto ciò che dovevo ma penso anche “chi se ne frega se c’è un pelo di più del mio gatto in giro,oggi avevo bisogno di dedicare la giornata a me stessa “.
Sarebbe perfetto se fosse davvero così ma c’è sempre qualcuno che ha da dire qualcosa. “Sei svogliata” , “impara ad essere adulta” , “prenditi le tue responsabilità ” e tante altre frasi che fanno male. Io so chi sono e cosa devo fare ma so anche che a volte ho bisogno di staccare dal mondo che corre per respirare un pò. Sarebbe bello se tutti riuscissero a farlo ogni tanto.
SEI STUPENDA❤️, OGNI COSA CHE FAI MI METTE IL SORRISO❤️ GRAZIE PER QUELLO CHE FAI❤️
Sai Jacq, ti capisco. Davvero.
A volte sembra che viviamo tutti di corsa, come se qualcuno avesse schiacciato fast forward sulla vita.
La tecnologia è una figata — ci connette con il mondo, con amici lontani, con mille possibilità — ma fa scorrere tutto troppo in fretta.
Non fai nemmeno in tempo a viverlo, che è già passato.
E ti resta addosso quella sensazione strana, un po’ vuota, come se tutto fosse diventato leggero, quasi frivolo.
Ci sono giorni in cui è dura.
Solo voglia di rallentare, respirare, guardarmi intorno.
Le foglie che cadono. Le persone. Gli occhi, i gesti.
Quelle piccole cose che raccontano tutto.
E anche se non sempre ci riesco, so che dovremmo provarci tutti: rallentare, davvero.
Perché la vita è una sola.
E questi momenti — anche quelli in cui non sappiamo dove andare — non torneranno più.
We are alive. We are human.
Alice
Mi sembra molto pertinente un pensiero che ho scritto giusto qualche settimana fa:
penso che la mia vita stia andando sempre più giù.
vedo quella di tutti gli altri andare avanti, vedo tutti fare cose e io mi sento bloccata, la mia vita è piena di cose da fare, tanto che non mi sembra di trovare il tempo di vivere veramente quello che sto facendo, senza trovare il tempo di fare tutto quello che devo, eppure è tutto fermo.
tutto congelato accanto a me, nulla si muove, mi sento intorpidita, stanca, affaticata, la vita corre e io non mi muovo, terrorizzata da tutto quello che dovrà succedere, terrorizzata dal fatto che io non sia affatto pronta.
cerco di stare al passo, università, patente, responsabilità, sport, lavoro, scuola, vita di tutti i giorni, parenti, amici, pulizie, igiene personale, cura di me stessa ma sembra tutto così difficile da incastrare, il tempo per le passioni nemmeno lo tengo in conto perché non ce n’è, ci sono così tante cose da fare…
forse un giorno mi sentirò all’altezza, forse un giorno mi sentirò in tempo, forse un giorno mi sentirò adeguata, forse un giorno mi sentirò abbastanza.
un abbraccio a tutti quelli che si sentono in gabbia, spero che un giorno vada meglio…
Hai esattamente espresso quello che penso della nostra società, io mi innervosisco però ad es che ai compleanni qst ragazzini si stanno perdendo il megkio, stanno tutti sui cell e io so che non risolverò nulla nel non farglielo usare a mia figlia ma non capisco come mai i genitori non si stanno rendendo conto che li stanno rovinando così.
Ciao,
bellissimi pensieri, pieni di domande, di “paure”di un presente così veloce e per um futuro incerto ma nello stesso tempo piene di vita. Questo è il bello, porsi domande e fare quello che più ci fa stare bene, indipendentemente da tutto ciò che ci circonda.
Io sono del 1987 e un po’mi mancano gli squilli per far capire alla tua prima cotta che lo stai pensando, mi mancano le ricariche vodafone con i 1000 SMS gratis e tutte quelle attese per rivedere il tuo programma preferito ma nello stesso tempo e bellissimo sapere in tempo reale cosa accade dall’altra parte del mondo. Sta a noi dosare il tutto e capire com’è bello godersi quell’attimo senza per forza postarlo, solo per far vedere agli altri qualcosa di “figo”.
Scusa se mi sono dilungata..cmq è normale alla tua età avere tanti sogni, paure, ansie e insicurezze ma solo provandoci e osando creerai il tuo bagaglio culturale che non per forza debba piacere agli altri.
Vivi come meglio credi e goditi ogni attimo, sia nel privato che nel contesto lavorativo ☺️🤗
Ciao J,
Hai ragione, anche io a volte mi sento far parte di un altra epoca e mi domando dove arriveremo con i social, nel bene e nel male. A volte sono presa da un euforia di fare che mi dimentico di vivere “qui ed ora”. Mi devo fermare e concentrare su me stessa, e poi ritorno con i piedi per terra e mi rendo conto che ciò che era inarrivabile anni fa, ora ce l’ho intorno a me, il mio lavoro il mio bambino e la mia salute mentale. Vivere di valori, secondo me sarebbe la scelta più saggia ma siamo nati in una generazione in cui l’apparire sovrasta l’essere. Grazie perché esistono persone mediaticamente potenti che trattano ancora queste tematiche! Non cambiare mai!
A me mancano tanto le serate tra amici ,seduti su un muretto sotto casa , quando tutto aveva il profumo e il sapore della libertà.
Libertà da questi maledetti aggeggi che abbiamo costantemente in mano!
È vero che sono utili e indispensabili per tante cose …ma allo stesso tempo ti tolgono attimi di vita importanti,distolgono la realtà dei fatti…ti fanno credere che la vita degli altri sia di gran lunga migliore della tua .
Vorrei rivivere anche solo una giornata di quei tempi. ❤️
Ciao Jacqueline,
Non conosco la vera te o, almeno, non conosco la tua quotidianità; eppure dal primo momento che ti ho vista mi sei sembrata proprio simile a me. Anche io penso un po’ troppo, così tanto che ad un certo punto della mia vita ho iniziato ad aver paura dei miei stessi pensieri. Avevo una vita normale, vivevo tra lo schermo e il mondo reale proprio come tutti gli altri, poi crack: mi si è spezzato qualcosa dentro.
Quando nel 2022 mio padre se n’è andato a causa di una brutta malattia mi sono sentita vuota e il mio cervello ha deciso di farmi pensare ancora di più. A cosa? Alla vita, al tempo che scorre senza averla vissuta davvero, alla paura di star sprecando dei secondi. Sai, c’è un gioco sul cellulare che facevo spesso, lo amavo! Però purtroppo lì si costruivano edifici e bisognava aspettare delle ore specifiche per andare avanti nei livelli. Dopo la morte di mio padre non ci riesco a giocare più, perché vedere i secondi scorrere mi fa venire la tachicardia.
Quando ero più piccola ero così sicura di me… ora, invece, mi sento così persa. Non so cosa fare e non so nemmeno più cosa voglio per me stessa.
Ad un certo punto erano così poche le cose che riuscivano a rendermi felice che iniziai a tenerle per me. Ricordo quella paura costante e quella vocina nella mia testa: “sei sola. Se dici agli altri cosa ti rende felice cercheranno di togliertelo completamente”.
Oggi sto cercando di trovare la mia strada e di pensare al presente e vivermi ogni momento, senza farmi prendere dal panico. È difficile, penso ancora ai secondi che passano.
Non sei tu che pensi troppo, siamo in due.
Certo, vivo ancora giornate in cui l’unica cosa che mi va a genio è ascoltare musica, senza fare nient’altro, proprio come oggi. Sai che ti dico? Che oggi ho vissuto unicamente su spotify… però poi domani mi rialzo, me lo impongo. Domani smetto di pensare.
Buonanotte jacqueline
è incredibile, io ho 20 anni più di te e una figlia 16enne…lei spesso mi chiede come facevamo prima della continua connessione e io…non so come risponderle, perché siamo sempre su questi aggeggi infernali, che servono ad essere connessi ma a volte ci fanno perdere l’attimo. E quindi…le dico “e chi se lo ricorda…” 🤣
Vorrei spesso staccare anche io da questa velocità. A volte prendo e scrivo qualcosa per sentire il mondo fermarsi intorno a me….a volte mi perdo nella musica…però è proprio vero, corro sempre, per lavoro, per tutto.
E sentire che qualcuno corre come me ed è stufa dei continui raffronti col mondo finto e patinato che esiste solo nella finzione beh…mi fa pensare che seguo davvero poche persone, ma quelle giuste. E una di queste sei tu 🥰
e quindi eccomi, caro tempo: mi hai preso in ostaggio, tu scorri ed io non riesco a starti dietro, passo la maggior parte del tempo a vedere cosa combini, decidi tu quando far sorgere il sole e quando farlo calare, decidi tu quando deve esser notte, decidi sempre tu il giorno della mia morte. decidi sempre tu. io, che ho un animo così libero, che amo la libertá, mi accorgo che non saró mai libera, saró sempre tua schiava, avró sempre paura di te, io che di paure non ne ho mai avute. così mi domando: cosa mi spinge ad oppormi a te? perchè non cammini insieme a me, invece di farmi sentire come se stessi per soffocare?perchè mi rincorri? perchè la memoria, più passi e più si accorcia? a volte sento quasi come se passando ti portassi via tutti i miei ricordi più belli, e mi lasciassi solo quelli brutti. sento le mie spalle pesanti, cadono giù, non ho forze. così mi poggio su questo stupido tavolo, aspettando che ti porti via anche questa stupida notte.
Ho cercato così tanto la vita che vivo ora. Ma sono davvero felice?
Tanto lavoro sa casa, tempo per me “così mi alleno e faccio le cose che mi piacciono”. E poi?
E poi le ore a scrollare Instagram, momenti morti che ti fan venire mal di testa, zero voglia di fare.. più tempo ho meno riesco a sfruttarlo.
Devo rallentare, nei pensieri, nei giudizi e soprattutto nel darmi obiettivi.
Calma, respira, siediti e inizia a scrivere.
Cosa ti fa stare bene? Cosa ti rende viva?
🌱
É capitato anche a me, finché non mi son accorta di una cosa. Che tutto andava veloce secondo una mia percezione. Ero io che mi facevo trascinare da una parte all’altra. A volte fisicamente altre volte con i miei pensieri anche solo paragonandomi agli altri. Sotto tutti i punti di vista, quello lavorativo “e ma quel tipo é così”, “io dovrei essere già lì”, “io dovrei avere già quel risultato”. “A quest’ora avrei già dovuto finire ecc ecc”. quando mi sono accorta che la mia testa era piena di “dovrei”, “dovrei essere” o “sarei già dovuta essere “allora mi son spaventata perché mi stavo facendo portare a spasso da tutti questi paragoni bruttissimi. Allora ho iniziato a fermarmi con le mie idee e definire i miei punti fermi i miei punti di riferimento. quindi chi voglio essere e come. Sembra semplice ma non lo é stato. Già solo ben definire questo é stato impegnativo ed è stato liberatorio. Perché quando l’ho definito mi son sentita come “stare a casa” son stata proprio me stessa e in linea con tutto ciò che credevo e volevo. Ho sentito la sensazione di stare a casa e allora tutto il resto si declina su questi punti di riferimento. Piano piano dando spazio a dubbi di chiarirsi, paure di affrontarle alla felicità nel viverla perché erano proprio ciò che volevo passare ed essere. E tutto si é magicamente placato, ero io a dare il ritmo e la velocità se mi occorreva e la lentezza e faceva parte del gioco. Insomma é come se avessi preso di nuovo il controllo di me e soprattutto anche a lavorativo ho iniziato a definire meglio i passi successivi da compiere senza esagerare o sminuire. Insomma questa velocità che percepivo é stata fondamentale per capire questo. Gran bella lezione direi. In bocca al lupo! Grazie per essere come sei!
Più stai al telefono più non fai niente di utile più ti colpevolizzi per questo = ti deprimi e ti scervelli. Staccati dal telefono e tieniti impegnata, esci, fai cose e vedi come ti dimentichi anche di averlo e sarai più libera mentalmente
Devi cambiare solo il tuo modo di vivere e percepire la tecnologia
I social sono una vetrina dove la gente mostra solo ciò che vuole/che gli conviene mostrare
Sono una droga emotiva, più ne fai uso più ne vuoi, e si innesca un meccanismo in cui il suo utilizzo ti fa stare male e ti fa soffrire (perché pensi che gli altri sono meglio di te perché fanno mille cose e si realizzano mentre tu passi le ore a guardare i loro successi da spettatore senza fare niente di concreto nella tua vita) ma al tempo stesso ne vuoi ancora, esattamente come una droga
il telefono é indispensabile e necessario per molte cose della vita di tutti i giorni
Però quando credo di essere finalmente lontana da quel mondo strano che vedo sui social poi puntualmente per una banalità ci ricasco.
Questa realtà finta che ci hanno costruito davanti sembra l’unico modo per rimanere a passo con i tempi, far parte di un gruppo e non essere classificato come lo strano di turno.
E magari mostrarsi per quello che si é realmente fa strano agli altri, uscire dagli schemi , dall’omologazione di cui sono vittime, perché loro non si sono ancora scoperti per paura della disapprovazione altrui e vedono il “diverso” e “sé stesso” come strano
non c’è più spontaneità nelle cose ed emotività
I sentimenti sono diventati emoji messe a caso
Penso che la tecnologia sia un’arma a doppio taglio, devi essere tu ad usarla nel modo corretto e fare in modo che diventi uno strumento utile
Che belle parole Jacq, mi ci ritrovo tanto. 💛
E sì, anche io a volte mi sento sopraffatta o mi chiedo se davvero gli altri sappiano cosa stanno facendo. Penso che in realtà tutti cerchiamo solo di capirci un po’ di più ogni giorno. Ultimamente sto facendo un percorso di crescita personale e mi rendo conto di tante cose, perché ad un certo punto mi sentivo sempre in ansia, sempre a pensare a cosa fare della mia vita, a farmi sempre domande, perché ancora non ho trovato la mia strada ecc…continuo a farmi tante paranoie, dopodiché ho deciso di fermarmi e cercare di pensare prima a me e a gestire questa cosa e poi cercare di aprire di più la mente e avere più consapevolezza. Ti consiglio di farlo anche tu, perché scopri davvero un mondo dentro di te che ti fa capire tanto, soprattutto quanto spesso la nostra mente corre troppo veloce, mentre il cuore invece ci chiede solo di fermarci un attimo e respirare.
A volte abbiamo bisogno di rallentare, di prenderci cura di noi, del nostro benessere, di meditare e semplicemente vivere il momento. A volte siamo così presi da tante cose, dalla corsa contro il tempo che non ci rendiamo conto. ❤️
Cara jack, quello che scrivi è così profondo e reale, e leggendo ciò mi sento compresa. Anche io sento come se fossi risucchiata da questo telefono, mi rendo conto del fatto che ogni attimo vuoto è sempre un pretesto per poter aprire i social, e ciò mi rende delusa da me stessa perché da una parte sento di star sprecando tempo e sento anche come se dovessi avere il controllo di ciò che succede attorno a me, altrimenti inizio a provare ansia.Spesso mi sento anche da meno, paragono me stessa e la mia vita a ciò che osservo, e inizio a pensare che magari gli altri vivano la vita nel giusto modo, nel mentre io magari non lo faccio abbastanza. Come hai detto tu però i social hanno anche degli importanti aspetti positivi, e tra questi ci sei proprio tu, la tua autenticità che ci ricorda che siamo umani e che come tali non siamo portati a dover essere perfetti ma ad essere noi stessi. Grazie per aver creato questo posto sicuro in cui poter condividere pensieri e realtà, mi ricorda un pò quando spesso leggo i commenti sotto le canzoni su YouTube, dove le persone condividono un tratto della propria vita e del proprio pensiero, ed è incredibile come leggendo ci si possa rispecchiare in storie altrui o provare la forza dell’empatia❤️
Sì, bisogna rallentare. Godersi i momenti, gli attimi. Ma goderseli davvero! Senza scatti veloci, senza condivisione immediata sui social. Ormai, se non condividiamo un’esperienza sembra quasi di non averla mai vissuta. Dobbiamo fermarci, io per prima, e assaporare ciò che abbiamo la fortuna di avere: un piatto di pasta a tavola, una coperta calda, dei figli meravigliosi. A volte mi rendo conto che, mentre mia figlia cresce e fa cose nuove, piuttosto che fermarmi ad osservarla e godermi quell’istante, ho solo la premura di prendere il telefono, fare il video e inviarlo a quante più persone (familiari o amici) per farlo vedere a tutti. Nel frattempo mia figlia si rattrista perché distolgo lo sguardo da lei. E mentre questo accade il tempo passa veloce e lei cresce e questi piccoli momenti so per certo che mi mancheranno.. Dobbiamo imparare a rallentare, goderci i momenti, anche quelli “solo nostri” lontani dallo schermo e da quel bisogno irrefrenabile di mostrarci al mondo. Carpe diem.
40 anni fa, bambina, giocavo per strada con gli altri bambini degli appartamenti vicini, niente orologi niente telefoni, solo le mamme che dalle finestre ci chiamavano quando era pronta la cena. La semplicità, non avevamo niente eppure avevamo tutto. La felicità. Con mio figlio ho cercato di mantenere le stesse cose, nonostante i tempi fossero già molto diversi, di farlo uscire, di fargli capire l’importanza di incontrare le persone, gli amici faccia a faccia. Per fortuna abbiamo incontrato famiglie che avevano le nostre idee e quindi fino all’adolescenza siamo riusciti a creare dei rapporti. Poi il covid ha cambiato tutto. Purtroppo per incontrarsi avevano solo il telefono, il PC. Forse è stata una cosa troppo grande e forte per loro (ovviamente è stato un grande problema per tutti), forse si sono abituati, impigriti, e da lí, poche interazioni con il prossimo, se non maniera virtuale. Un peccato.. già il mondo è difficile, già spesso si fa fatica a stare al passo, già tutti pretendiamo tutto da tutti.. Al giorno d’oggi ben venga la tecnologia, se usata nel modo giusto. Ma com’era bello giocare a nascondino per strada.. che nostalgia.. Com’era bello quando tutto era Rallentato.. quanta verità nelle tue parole Jacq.
vorrei tanto rallentare e che ogni giorno passasse più lentamente, per godermi anche le cose più piccole che nessuno nota come quando un uccellino si posa sul balcone, le persone che passeggiano ed è come vedere passeggiare diversi mondi con pensieri diversi, vite diverse. Vorrei in questo momento rimanere proprio in questo punto del tempo, non crescere più per paura di come sarà il futuro e paura di non riuscire a godermi vari momenti per colpa del lavoro. Ma ho solo 23 anni e odio avere questi pensieri, ma parlarne anche per poco qui in questo blog mi ha aiutato ad esternarlo. Grazie di tutto Jaq♥️
Non riesco più a fermarmi, rallentare mi spaventa. La mia mente è cosí veloce che ho paura del silenzio, del riposo, del relax.
La vita e anche il mio cervello, mi danno l’affanno. Corro, di continuo, in casa, quando lavoro, come se dietro di me ci fosse qualcuno che vuole mangiarmi.
Non ho mai avuto una salute mentale al top, ma in questo periodo è proprio a pezzi! Ovviamente ho chiesto aiuto, ho intrapreso un percorso. Ho una bambina che si chiama Perla, ha 16 mesi, è la cosa più bella e dolce che io abbia mai visto, e l’idea che io non mi senta bene, mi porta ad avere sensi di colpa. Ho paura che lei possa essere influenzata da me, dal mio malessere. Non voglio. È proprio per questo che mi sto impegnando ancora di più, vorrei che fosse una bambina felice e soprattutto vorrei che da grande non fosse come me!
Le donne, quando diventano mamme, hanno bisogno di cure e sostegno. Mi sento nuda e scarica. Sempre pronta a dare tutto, a qualsiasi ora, come se fosse normale e scontato che io debba consumarmi cosi.
Spero di non aver messo ansia anche a voi… questo era solo uno sfogo per me…
In bocca al lupo a tutte ♡
Non essendo più una ragazza ti dico che ho avuto la grande fortuna di crescere 2 figlie quando il telefono era solo per le chiamate importanti quindi il mio tempo era solo ed esclusivamente dedicato a loro. Niente social niente di niente. Anche per avere una ricetta mi rivolgevo a mia mamma o mia nonna. Sicuramente per alcune cose è utilissimo ma l’abuso non va mai bene su niente. Bisogna rallentare e godersi ogni attimo della vita quella vera, quella che abbiamo al nostro fianco e non quella fatta di ritocchi e apparenza. Il tempo vola e purtroppo non torna indietro. Non so cosa darei oggi per rivivere quella vita che è passata. Avere avuto due figlie a 21 e 23 anni è stata la cosa più bella che ho fatto nella mia vita e oggi mi trovo ancora giovane ad essere nonna ma con la paura che il tempo passi troppo in fretta e non godermi le mie splendide figlie e le mie amatissime nipoti. Rallentate e godetevi ogni istante perché non torna piu
Io ho avuto la fortuna di crescere negli anni in cui non si era reperibili… eravamo più responsabili e più consapevoli rispetto a oggi… la vita era più lenta, si assaporava di più ogni momento e ci si guardava in faccia per parlare. Oggi tutto va troppo veloce…anche i pensieri.
Ciao Jac,
Anche io spesso mi chiedo come sarebbe stato vivere in un’altra epoca e non nego che lo preferirei. Io, per fortuna, odio stare con il telefono, per cui lo uso solo per lo stretto necessario e, sai cosa, mi sento scollegata dal mondo. Capisco che essere sempre connessi sia disturbante, ma lo è anche il contrario. Sarei davvero stata bene in un’altra epoca ma poi penso che non esisterebbe la mia bimba. E allora tutto va meglio. Un bacio.
Sai, queste parole arrivano in un momento un po’ particolare, un momento in cui sono un po’ spenta, senza ambizioni e voglia di buttarmi a nuove esperienze. E non é assolutamente da me. Le tue parole mi fanno sentire meno a disagio, meno sola a provare queste emozioni. Jacq, da quando ti seguo, in te ho sempre visto un’anima pura e bella, ogni storia, ogni post, mi mette uno stato di felicità che non so bene perché succeda, ma succede. Sentirsi spenti credo sia normale in alcuni frangenti della vita, l’importante sarà sempre rialzarsi con il tempo che ci vuole e con le persone che ti vogliono veramente bene. Ti auguro tutta la felicità del mondo ( come quella che trasmetti tu!❤️)
A.
Ciao jac, la parola che più mi spaventa è proprio rallentare, perdersi nel tempo ..e non uscirne più.
Perché quando rallenti i pensieri e le preoccupazioni a volte possono pendere il sopravvento su di noi da farci sentire sbagliati e insignificanti.. so che a volte è inevitabile farlo, è proprio il corpo e la mente che rallentano senza che tu lo voglia, il corpo cede e la mente ti abbandona .. e ti senti spaesato, perso, abbandonato in un corpo che non senti più tuo.. e come se uscissi da te stesso e ti vedesti al di fuori.. annientato da tutte quelle domande a cui non sai dare risposte .. e non vedi l’ora di uscirne perché la verità fa paura, hai paura che rovini tutto quello che hai costruito a fatica e che in quel rallentare possa perderti..
Senza volerlo ti ritrovi a non riuscire a fare più nulla e ad odiarti .. a sentire troppo e quando avviene inizio a tremare perché sono sicura di uscirne sconfitta.. perché ogni volta lascio un pezzo di me.. ho paura, paura delle risposte che mi convinco di dare solo per punirmi ..
Ho paura che mi ricapiti e di rimanere dentro quella gabbia che mi sono costruita da sola e non avere più la forza di riuscire ad uscirne.
Sono in continua sfida con il tempo, a volte lo odio perché penso di non averne mai abbastanza per me per poter riuscire a RALLENTARE in maniera sana e cercare di sentire.. Di sentirmi realmente.
Perché quando ho rallentato la mia solitudine urlava troppo da non sentire nulla.
Mi sono persa e pian piano sto cercando di ritrovarmi..
Sicuramente ho tanti scheletri ancora rinchiusi dentro di me .. ma sto cercando di perdonarmi..
grazie jac 🌻
Ehi Jac! Tutto verissimo, a maggior ragione per personaggi famosi e di rilievo come te…. Per noi è bello seguirti e sapere di te, ma sicuramente dev essere a tratti frustrante non avere più un privato. Sappi però che ci coinvolgi nella tua quotidianità e sei una ventata di aria fresca 😉
Personalmente la cosa che trovo più frustrante è la mancanza di tempo. A fine giornata con 4 figli e un lavoro a tempo pieno mi manca il tempo per me e per il mio compagno….. È questa la mia più grande paura. Non essere capace di godere appieno di ciò che mi sono costruita con una fatica pazzesca.
Ciao Jacq,condivido le tue parole ho 2 figli adolescenti e vorrei poter rallentare il loro tempo ,per aiutarli in questo difficile passaggio ,ho 53 anni e so cosa significa vivere senza telefono ,loro sono totalmente assorbiti da questo meccanismo che non si guardano intorno non si fermano a guardare il sole e la luna ,il loro è solo tempo che passa guardando quei maledetti social .
Vorrei potergli fare vivere quello che ho vissuto io ,i giri in bici con la compagnia i picnic sui campi dei nonni tra risate e coperte di lana con il sole che picchia a 40 gradi ,l’andare in oratorio con il gruppo giovani a confrontarci e poi finire lcon la cioccolata al bar e tanto altro….vorrei fermare il loro tempo per potergli insegnare che la vita è preziosa e va vissuta appieno .!!un bacio! Katia
Sento esattamente le stesse cose tue come se il mondo d’oggi ci risucchiasse.
Qualche anno fa’ ero freneticamente social così da dover lavorare di giorno e programmare articoli per riviste musicali di notte. Mi sono sentita sopraffatta ed ho rallentato. Ora non mi riconosco più! Avevo bisogno di una pausa o di mollare tutto??? Sinceramente vorrei tornare a quei momenti
bello leggere tutti i vostri commenti. In un momento come questo, in cui alcuni problemi di salute mi fanno sentire sempre più la voglia di agire prima che il tempo scivoli via, e forse anche perché per molto tempo non ho saputo farlo, mi ritrovo ogni giorno a voler correre, per poi fermarmi. Fermami e non rallentare.
Tutti gli stimoli che ci circondano ci indicano, a un livello profondo e quasi inconscio, cosa dovremmo fare, chi dovremmo essere e con quali tempi, e a me porta a vivere delle volte come spettatore della vita degli altri, senza conoscere poi davvero quelle vite.
Non so, forse la vera sfida non è tanto correre contro il tempo, quanto imparare a muoversi.
Credo sia importante riconoscere i nostri ritmi, ascoltare la nostra voce interiore e trasformare la fretta in azione consapevole, giusto per poterci avvicinare verso ciò che veramente siamo e desideriamo. ❤️
Sì,mi capita tanto spesso. Di sentire che ci arrivo dopo alle cose, e in questo mi sono sentita anche un po’ imbranata. Che se vado in un posto nuovo sono già tutte amiche dopo mezz’ora e io invece devo ancora iniziare a sciogliermi, e così mi sento sempre un po’ esclusa. Che loro fanno i post più belli su Instagram, hanno 1000 followers, e io invece sono ancora ferma al trend dell’anno scorso. È tutto così difficile, sia nella vita reale che in quella online. Ma in fondo io mi piaccio così. Vorrei solo piacere anche a chi è più veloce di me.
Io il tempo lo setto passare veloce nella pancia. In quella che prima era la mia forza perché ho portato in grembi per 9 mesi il mio bambino, poi durante il parto mi hanno fatto una manovra e mi si e’ rotto il muscolo addominale. Ho sentito ogni fitta, ogni dolore, e non mi sono mai goduta il tenerlo in braccio. Nel frattempo il mondo andava avanti, con le sue atroci crudeltà, e quasi non mi sentivo in diritto di lamentarmi.
Oggi sentirsi parte di questa società e’ davvero difficile, siamo soli. Sola ho dovuto capire come uscirne, sola ho dovuto farmi forza, sola ho preso il coraggio di ribellarmi.
Ma se non sappiamo neanche rispettare gli animali, le piange, gli esseri umani di ogni genere, dove andremo a finire? Quale sarà il mondo di domani?
Combattiamo contro noi, spesso siamo il nostro stesso nemico, ci guardiamo allo specchio e siamo pieni di frustrazioni, paure, debolezze. Ciò non ci prepara a capire, e quando i nostri figli ci faranno milioni di domande, risponderemo semplicemente un sincerissimo “non lo so”.
❤️
Quest’estate ero nauseata dai social, mi sentivo sempre più attratta da loro e meno dalla vita vera e dalle persone vere. La nostalgia dei miei giorni d’infanzia mi ha portato a toglierli e devo dire che è stato tutto più bello. Questo comunque è quello che scrivevo a giugno:
Parte un pezzo che fa: “Chiudi tutto e lascia questa città.”
Spengo il pc e ci rifletto seriamente.
Intanto penso che studiare con il caldo mi uccide.
Del resto, da qualche altra parte del mondo, bambini vengono uccisi ogni secondo: dalle bombe, dalla fame, dalla sete, dall’odio, dall’ignoranza.
Penso che non mi posso lamentare, eppure lo faccio.
Di questi tempi, sembra che nessuno faccia altro.
L’aria viziata mi intossica e mi sento scontenta.
Stesa su un letto, guardo — dal mio piatto portale d’accesso al mondo (che odio) — immagini contraddittorie (che odio).
La mia amica posta le proteste che pervadono l’America.
Scorro, e vedo corpi massacrati a Gaza, file di macchine che fuggono dall’Iran, coetanei che ballano ubriachi in discoteca.
Scorro: il belloccio figlio di papà sta a Capri o in Sardegna e la conoscente (con ottimi gusti musicali) posta la consueta frase sottolineata su un libro consumato.
Cosa di tutto questo mi interessa?
Sicuramente l’intorpidimento delle menti, che imperterrito continua a offuscare le nostre vite… Sì, m’affascina.
Dove finiremo? Me lo chiedo sempre di più.
Ma, alla fine, poco importa.
“Insensibile che non sei altro”, mi ripeto.
Mentre la mia famiglia si sgretola per la parente in ospedale, che si spegne lentamente,
il mio cuore è stretto in una morsa.
Cosa mi interessa della vita di chi non conosco? Nulla.
È sbagliato? Forse.
Allora ci ripenso. A quando ero felice, intendo.
Lo sono anche adesso? Probabilmente.
Ciononostante mi sento disconnessa dalla realtà.
Una patina appannata si interpone tra le mie emozioni e il mondo.
Vedo tutto, ma non sento niente.
È possibile spezzare questo incantesimo, giusto? Interrompere questo svuotamento identitario, dico.
Ripenso a zia e anche alla mia vita…
Sentivo tutto, quando stavo con lei. Per mano, in mare, a rincorrere le onde. Al tramonto, l’acqua mi accarezzava la pelle e mi stuzzicava l’appetito.
E il rumore delle loro risate estive mi aspettava a casa, accompagnato da piatti di pesce.
Mi importava di ogni cosa. Sentivo tutto.
Sentiva tutto anche lei, ne sono certa.
Nessun sortilegio da spezzare. Nessuna patina da rimuovere.
Era semplice. Era vero. Era bello.
Spesso questa frenesia che si ha intorno a noi mi fa ripensare con nostalgia al mio passato dove tutto andava più lento e dove facevo la babysitter per avere due soldi in tasca e spenderli con i miei amici oggi i ragazzi/e sono sempre attaccati hai cellulari e non altro che farsi selfie.Mentre altri come te Jaqueline fanno di questa tecnologia un bellissimo mezzo di comunicazione per sviluppare i propri sogni e ciò è molto bello.